Tag

, , , , ,

miguelito-quino-complesso-e-dopo

I comportamenti mostrati dalla sinistra nostrana dal congresso di Livorno del 1921 ad oggi farebbero felici Freud, Young, Adler, Lacan e tutti gli psicanalisti che avrebbero avuto esempi comportamentali da osservare per meglio mettere a punto una serie di complessi talmente ampia da poter esser compresa solo in un grande atlante.

Cosa sono i complessi

Sono desideri, dubbi o preoccupazioni angoscianti che dominano la nostra vita psichica e non sono avvertiti dalla coscienza. Ma prima o poi emergono dando luogo a comportamenti anormali o addirittura patologici. Anche i movimenti politici, i partiti, le correnti di pensiero, poiché sono costruite da esseri umani sono afflitte da complessi. Il nazismo fu una creazione di Adolf Hitler affetto da giovane da un complesso di inferiorità che trovò compensazione in una gigantesca finzione paranoide distruttiva e vendicativa.

Il complesso della separazione o scissione coattiva

Il 15 gennaio del 1921 si iniziò a Livorno il congresso socialista che in soli sei giorni riuscì a dividere il partito in tre correnti: una moderata, la seconda dei possibilisti, e una terza di intransigenti (Bordiga, Bombacci, Gramsci)  che chiedeva l’espulsione dal partito dei moderati e l’adozione del nome comunista per il partito.

Il 21 gennaio venne fondato il Partito Comunista Italiano. Il Partito Socialista venne fortemente indebolito dalla scissione; la sua unione forse avrebbe potuto allora salvare l’Italia.

Da allora ad oggi nessun psicanalista è riuscito a guarire la sinistra dal complesso della scissione coattiva

I risultati della scissione coattiva e del cambio d’abito

  1. 1947. Scissione di Palazzo Barberini: Giuseppe Saragat con 28 deputati esce dal partito socialista in dissenso con la politica di Pietro Nenni e del gruppo dirigente accusata di filocomunismo,
  2. 1948. Scissione nel sindacato. Dalla Cgil, fino ad allora composta da tre componenti principali, comunista, socialista e cattolica, uscirono prima i cattolici poi i repubblicani e i socialdemocratici,
  3. 1964. Dal Psi allo Psiup. La sinistra del Psi esce dal partito e dà vita al Partito Socialista Italiano di Unità Popolare,
  4. 1969. Dal Psi al Psdi. Dalla scissione social-democratica nasce il Psdi guidato da Mario Tanassi, Mauro Ferri e Luigi Preti,
  5. 1972 il Psiup si autosciolse decidendo la confluenza nel Pci, tranne un’ala, che costituì il Pdup, Partito Democratico di Unità Proletaria, che poi a sua volta si fonderà con il gruppo del Manifesto,
  6. 1991. Dal Pci al Pds. A Rimini, dalle ceneri del Pci, nasce il Pds. Un’operazione iniziata da Occhetto con il congresso della Bolognina e portata a termine dal segretario con il XX Congresso,
  7. 1991. La svolta è contestata da Cossutta ed altri che fondano il Movimento per la Rifondazione Comunista (che poi diverrà il Partito della Rifondazione Comunista),
  8. 1995. Da Rifondazione ai Comunisti Unitari. Sulla fiducia al governo tecnico guidato da Dini Rifondazione comunista si spacca: 14 deputati danno vita ai Comunisti Unitari. E’ la prima scissione all’interno di Rifondazione,
  9. 1998, sotto la guida di Massimo D’Alema, il PDS diede vita agli Stati Generali della Sinistra, che prelusero alla creazione di un unico soggetto della sinistra italiana che si chiamò DS,
  10. 2003, Prodi, in vista delle elezioni europee del 2004, propone a tutti i partiti della coalizione di presentarsi sotto un unico simbolo dell’Ulivo e che – sostiene – “per gli italiani significa buon governo e cambiamento”.
  11. 2007, dalla fusione tra alcuni partiti italiani di centro-sinistra, in particolar modo tra i Democratici di Sinistra (socialdemocratici) e Democrazia è Libertà – La Margherita (centristi), nasce l’odierno PD l’erede del progetto politico de L’Ulivo,
  12. 2017, venti di scissione soffiano forte. La cosiddetta minoranza, affetta da sindrome di castrazione, vuol far fuori il Segretario fondando la “cosa” e rischiando seriamente di regalare a Grillo la prossima vittoria. A meno di accordi di coalizione pre-elettorali, che darebbero almeno un senso a questo spargimento di sangue, ovvero un bel peso specifico al tavolo della formazione di un eventuale governo.

 Il complesso di Narciso

Amare sé stessi oltre misura è una compensazione che non appaga mai, poiché la persona è sempre sociale e la sua solitudine è sempre sofferta. Eppure il narcisismo è sempre più diffuso nella nostra cultura politica in superficie basata sulla comunicazione. Esiste una forma di narcisismo che si basa sulla intelligenza e il potere.

Renzi è stato un bambino prodigio, uno scout prodigio ed è un uomo prodigio. A 40 anni dirige il primo partito di un Paese e ne è pure Capo del governo.

Le scuole di psicologia del profondo a indirizzo socio-politico intendono il narcisismo in senso meno freudiano: è uno smisurato amore per sé stesso. Da qui la tendenza a circondarsi di incensatori e ad accantonare il resto del mondo o ad autocentrarlo mediante la propensione ad esserne protagonista sempre ammirato e a monopolizzare gli altri.

Il narcisista di questo tipo, ideatore di grandi progetti, sviluppa in genere forte carisma e intelligenza finalizzata a risolvere grandi problemi e a conquistare potere che poi porterà acqua al suo protagonismo.

Ha inoltre una grande capacità di dividere il Paese fra gli ammiratori ad oltranza e i denigratori convinti. Un narcisista così descritto è curabile?  Si, purché l’analista riesca a fargli apprezzare i vantaggi di una comunicazione con gli altri non più a senso unico, ma basata su una compartecipazione emotiva che fa scoprire il piacere di essere accettati perché si accetta.

Il complesso del superdotato

Dalla preistoria in poi gli individui provvisti di talento hanno pagato alti prezzi esistenziali. Perché la società diffida del diverso e perché il superdotato allora si vendica con mania demolitoria. Alcuni analisti hanno definito il complesso del superdotato come la sofferenza profonda che nasce dall’autostimarsi intellettualmente diverso, e non vedersi riconosciuta questa diversità.

D’Alema, un superdotato, è un uomo chiuso che mostra una certa sofferenza interiore. Può sembrare paradossale che un individuo che ha qualcosa in più, sviluppi un complesso di inferiorità. Eppure accade a grandi linee secondo questo schema: l’autosvalutazione del superdotato non riguarda il settore dell’intelligenza, ma i rapporti interpersonali. Si delinea allora la figura patetica del primo della classe, ma privo di spontaneità nell’agire.

Il suo tono è quasi sempre sarcastico, avaro nella lode, generoso nella critica che non risparmia verso chi crede inferiore, cioè verso tutti.

In genere è quasi sempre un personaggio di successo che, andando avanti negli anni, mostra eccessiva invidia che rasenta la sofferenza quando vede altri dotati che vogliono crescere. Anzi la presenza di altri superdotati nel suo enclave gli fa avere una forza demolitoria che rasenta il sadismo. Sarebbe stato curabile da giovane. Forse una sublimazione alla sua intelligente acredine potrebbe risiedere nel fargli dirigere una buona Fondazione.

Il complesso di evirazione

Il timore di un’assurda castrazione non solo sessuale, ma anche sociale è uno fra i più complessi fondamentali della psicanalisi. Il concetto regge ancora oggi purché lo si estenda oltre i confini della sessualità applicandolo anche al sociale e al politico.

Il caso di Speranza dimostra che molti complessi di evirazione possono avere insorgenza tardiva e anche in soggetti che non avevano presentato serie conflittualità infantili. E’ un’altra attuale forma di complesso di evirazione che chiama in causa la lotta per il potere e per la sopravvivenza, in un ambiente privilegiato alla conquista del quale si sono spese tutte le forze.

La presenza di un intelligente, sia pur narciso e di successo dentro il suo partito è sempre visto come un tentativo di aggressione e allora ecco che scatta la paura dell’evirazione su base ansiosa. Le compensazioni dell’evirazione possono essere aggressive e testardamente protese verso la riconquista del privilegio fallico presunto perso.

Così personaggi devirilizzati possono psicologicamente trasformarsi in uomini duri che, pur essendo in minoranza, arrivano anche a sfidare apertamente il presunto aggressore. Altre forme di compensazione è darsi attributi tipici virili come farsi crescere barba e baffi o sviluppare una dialettica prepotente, incomprensibile e impenetrabile.

Il complesso di evirazione è difficilmente curabile specie in politica. Infatti lo psicanalista non ha alcuna possibilità di interferire in un mondo sconosciuto e fargli vincere un Congresso.

Il complesso dei complessi

Quando, fra dieci anni analizzeremo questo momento storico, dove sta cambiando vento e spira un’aria da controriforma in cui tutto rischia di tornare al punto di partenza, ci chiederemo: di cosa stava discutendo la sinistra italiana? Di cosa, mentre milioni di italiani stanno urlando o covando la rabbia del complesso dell’abbandono? Di cosa hanno parlato per sei mesi in cui la disquisizione più importante per la casalinga di Voghera quando apriva la Tv era si o no al bicameralismo perfetto? E di cosa mentre nell’Europa democratica risorgono i fantasmi del nazionalismo e della xenofobia e della sovranità da piccolo orticello?  Parlavano di mozioni, di tessere, di conferenze programmatiche, regole, documenti fotocopia e ancora mozioni. Cioè di nulla. E mentre la minoranza stava facendo la conta dei potenziali fuoriusciti, non si accorgeva di aver già perso l’anima.

Giorgio Casadio    Roberto Portinari

 

2017, Febbraio 20

Fonti:  Francesco Parenti, Tommaso Cerno

Vignetta: Quino