Mi è apparso il Coronavirus e ci ho parlato

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Apparizione Coronavirus

Resta il dubbio se la tragedia in atto sia un segnale della natura, o una manifestazione della pazzia umana.

Complice una calda notte estiva quasi insonne, il ronzio incessante di novelle zanzare fameliche e l’assoluta assenza di altro rumore, mi parve di sentire una voce, che da bisbiglio si fece più chiara.

Sai chi sono? Mi chiese.

Non lo so!  E’ la prima volta che sento una voce vicino a me, non vorrei sognare ad occhi aperti.

No, non stai sognando, sono io, sono quello che voi mortali chiamate Coronavirus (grazie per la maiuscola) oppure, per esser più colti, Covid 19

Non ti sta bene? Come dobbiamo chiamarti?

Come volete, visto che voi mortali avete bisogno di definire anche quello che non conoscete. Per voi basta dare un nome, ma poi?

E come chiamarti allora?

Non abbiamo una definizione da voi comprensibile. Noi siamo immortali. viviamo nell’aria. Siamo nati prima di voi e vi sopravviveremo.

Oddio, la mia intelligenza è limitata, potresti dirmi di più?

Esistiamo da quando il mondo esiste; siamo la forma più organizzata di sopravvivenza. Non ci lasciamo vedere tanti siamo piccoli. Siamo gli immortali. Molte forme di vita, prima di voi si sono estinte, e voi avete cercato le ragioni nella vostra logica limitata. Le glaciazioni, il meteorite. Tutto inventato: eravamo noi. E le pesti? Già sono passati troppi anni, ma ti farò memoria.  La peste di Giustiniano  nel 500; la peste nera del 1300 che dalla Cina si diffuse alla Turchia, alla Grecia e giunse anche in Italia. L’hai letto il Boccaccio? Ne parla nel Decameron; e durò fino al 1500, l’hai letto il Manzoni? Sempre nostro lavoro. Poi anche noi ogni tanto riposiamo

Peste

Sempre voi? E perché?

Vedi, la terra è il nostro regno, siamo nati con lei. Quando i viventi sono troppi e credono di avere conquistato il nostro territorio, allora noi agiamo. Siamo già dentro di loro (voi ci definireste cellule dormienti). Insieme agiamo e attacchiamo il loro modo centrale di vivere: il respiro.

Ma adesso dove sei?

Al calduccio dei tuoi bronchi, nei bronchi di tutti. Nei vostri bronchi ci siamo infilati dalla vostra nascita. E non ci scoprite; hai presente gli asintomatici? Vedi, noi abbiamo pazienza e restiamo in attesa, poi quando è il momento buono in pochi giorni trasformiamo gli alveoli in alveari plasticati; così addio aria!

Polmoni coronavirus

Si, ma così morite anche voi.

Mi sembra che tu non ricordi cosa di ho detto: noi siamo immortali, viviamo nell’aria che respirate; è facile occupare i bronchi di chi sopravvive.

Si, ma fra poco scopriranno il vaccino.

Illusi, ci renderete l’esistenza momentaneamente più difficile. Ci costringerete a traslocare in altre parti del vostro corpo e a cambiare forma e colore. Siamo eterni, di tempo ne abbiamo e, quando sarà il momento, torneremo a colpire.

Perché tanta cattiveria?

Non parlare così o domattina ti sveglierai con qualche colpo di tosse secca.         Vorrei ricordarti che ogni giorno muoiono per guerre più persone di quelle da noi infettate. Vorrei ricordarti che solo nell’ultima guerra avete ucciso più di 70 milioni di vostri simili e secondo lo storico Rummel altri 20 milioni sono morti per carestia e per le ferite riportate. E hai dimenticato che ogni anno muoiono 50 mila persone per armi che voi avete inventato? Vuoi che continui? Bene, allora conosci il signor Marlboro e i suoi simili. Per la famelicità di 150 miliardi anno, plastificano i bronchi di 7 milioni di vittime all’anno. E si fanno pure pagare. Noi certi lavori li facciamo gratis.

Beh ti ringrazio dei cattivi ricordi, puoi darmi un’informazione?

Se rientra nella nostra morale (ne abbiamo una anche noi) volentieri.

Secondo me il vaccino sarà pronto fra qualche mese. Ora mi pare che vi stiate calmando, almeno da noi in Italia. In autunno tornerete a colpire duro?

Non posso rispondere; perché non lo chiedi a quelli che si spacciavano per virologi, cioè specialisti nel conoscerci. Poi una era veterinaria, l’altro un parassitologo (noi non campiamo alle spalle di nessuno), sempre in televisione e alla fine si sono messi pure a litigare)

Capisco; ma adesso dimmi della vostra morale?

Vedi, all’inizio del 1900 sulla terra eravate poco più di un miliardo e mezzo e tutti potevano vivere; la terra dava sostentamento a tutti. Oggi vi avviate a essere quasi 8 miliardi. Le risorse sono limitate e così c’è chi si è accaparrato tanto e chi non ce la fa a vivere e fra poco mancherà l’acqua. E cosa avete fatto? Un tempo allevavate il bestiame che vi dava aiuto nei lavori e derivati per cibarvi: latte, formaggi, uova. Adesso ingrassate gonfiando artificialmente gli armenti e li mangiate pieni di veleni che abbassano le vostre difese. Volete proprio che il lavoro sporco tocchi a noi? Vi stiamo mandando i primi segnali che siamo anche nascosti nei bronchi degli animali, ma voi continuate a ucciderli e a cibarvene troppo. Peggio per voi. I cereali, i vegetali, la frutta non respirano e quindi non ci ospitano. Capito?

Sostieni i vegani?

Non parteggiamo per nessuno, siamo infinitamente piccoli, siamo mutanti, siamo immortali, siamo nell’aria che voi respirate; quando vogliamo colpire lo facciamo. Certe persone sono più vulnerabili per cattive abitudini. Ha senso fumare e togliersi da soli il piacere di respirare? Ha senso che mezzo mondo vada verso l’obesità quando l’altra metà muore per fame? Vorrei che tu facessi un’ultima riflessione su quanto hai saputo: vale la pena di accapigliarsi in politica quando potrebbe esistere un movimento che voi definireste “umanista” in cui si spartiscono i prodotti per vivere, si tralasciano gli egoismi, ci si nutre per vivere o non viceversa. E adesso devo salutarti. Il fatto di averci parlato non ti assicura nessun previlegio. Domani potrebbe essere la tua ora.

Grazie, posso raccontare il nostro incontro?

Non posso impedirtelo, ma non inorgoglirti, vorrei ricordarti il Carducci di “davanti a San Guido” quando viene definito dai cipressi

“ben lo sappiamo: un pover uom tu se”.

 Giorgio Casadio